martedì 4 dicembre 2012

“The invisible line between sayable and unsayable…”: BARBARA DE DOMINICIS e AUDE FRANÇOIS


Un dialogo tra video e voci presenti in scena. Perché Barbara De Dominicis, oltre a fare uso della voce, ama raccogliere suoni, manipolarli e inventare trame sonore. Tra i suoi progetti vanno ricordati “Poe-Si”, “Cabaret Noir” e “Kuul_MA”; tra i suoi lavori sonori “Whimsical Cartography”, “Re_di_Sound” e “A Tale of Two Cities”. Attualmente sta lavorando a “Quasi.Memory”, un'installazione sonora che fa uso di memorie private ritrovate.
Alla De Dominicis si unisce l’immaginario onirico di Aude François in Self Made Worlds”. L’artista multidisciplinare francese esplora varie forme d’interazione fra corpo, immagini in movimento, narrazioni decostruttive e una mitologia personale. Le sue performance articolano protocolli di scenografie dal vivo che includono il video come medium ambientale, spesso utilizzando immagini catturate in tempo reale, considerando la scatola nera come un possibile spazio del sogno, in cui i suoni e le immagini comunicano in un percorso poetico e narrativo.
Un viaggio onirico: questo rappresentano i brani utilizzati in “Self Made Worlds”, appartenenti alla produzione della scrittrice statunitense Anaïs Nin, in bilico tra prosa e poesia, tra sogno e veglia. Siamo accompagnati per mano in un non luogo che rappresenta ogni luogo possibile; un indugio nel non essere, una caduta nel nulla come solo un sogno può essere, in un tempo indefinibile, non in quanto fuori dal tempo ma in ogni tempo possibile.
Le parole diventano involucro, contenitore d’immagini e pretesto per un’indagine sonora il cui senso più autentico consiste nella ricerca del tessuto sonoro e vocalico più vicino all’emozione del momento. Decontestualizzata, la parola rappresenta un nucleo a se stante: privata del significato originario, snaturata, destrutturata, si presta a nuove forme e utilizzazioni, tutto attraverso la musica. Una parola, dunque, non più immobile, ma in perenne trasformazione, una struttura in divenire: un simbolo delle infinite possibilità dell’essere.

BARBARA DE DOMINICIS [voice + live electronics]

AUDE FRANCOIS [visual explorations]
                                                                Laura Panizza

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