venerdì 7 dicembre 2012

Corpo danzante tra Deleuze e Dubuffet: VERA MANTERO


Un corpo che danza, che si libera, che si avvicina al suolo.
E’ Vera Mantero che in "What can be said about Pierre" porta in scena Gilles Deleuze.
Un tempo manipolato, un ritmo insistente che spinge verso il pavimento, che ricerca la terra ed un corpo imprigionato, che si dimena, che corre da tutti i lati.
Il movimento e la danza diventano per Vera il canale più puro per conoscere, scoprire e capire il mondo.
Un lavoro, il suo, che acquista la forma di una lotta continua contro la banalità performativa fondendo filosofia ed intuizione, verbale e non verbale, razionale ed irrazionale.

Nel 2006 durante la Giornata Mondiale della Danza ho presentato una piccola improvvisazione al suono della voce di Gilles Deleuze che tiene una lezione su Spinoza e il suo concetto dei tre tipi di conoscenza possibili per gli esseri umani (il discorso in questione si concentra sul primo tipo di conoscenza, quella più elementare, quello in cui tutti si muovono...). Ho manipolato le temporalità del discorso di Deleuze, ma solo in minima parte, il discorso ha già una certa temporalità molto particolare. Ho basato i miei movimenti sull’insistenza e sulla messa a terra del corpo che spinge e preme gli spazi e va interamente in direzione del suolo.”

Un’esperienza che supera e va oltre la danza è l’altra performance, "Olympia", un lavoro che ha l’aspetto di una testimonianza che grida e denuncia la mercenaria relazione tra arte e denaro. Un corpo nudo che esplora attraverso la pittura il territorio filosofico di Jean Dubuffet.

In quel periodo stavo leggendo Asphyxiating Culture di Jean Dubuffet, e mi sembrava assolutamente giusto leggere alcune parti di questo libro per l'occasione a chi fosse presente al Teatro Maria Matos. Ma leggerlo come? E non sarà un po’ pretenzioso, andare lì e dire che sono colei che sa che cosa è la vera cultura, o la cultura migliore? Forse dovrei essere nuda... devo leggere Dubuffet nuda. Incollata a terra di fronte a un microfono? No, è impossibile ... per far cosa poi? Nuda...?
Questa nudità mi fece pensare all’ Olympia di Manet, che avevo appena visto al Musée d'Orsay a Parigi, dove vivevo all'epoca. E se fosse Olympia a leggere Dubuffet? Oh, no! Terribile! Ognuno mi accuserà di dissacrare il dipinto... .
Ho detto André Lepecki che volevo leggere Dubuffet nuda, ma non sapevo come farlo senza semplicemente leggere Dubuffet nuda. Non ho nemmeno parlato a lui del dipinto. Potete credere a cosa mi disse dopo? Oh, Vera, ricordi l’Olympia di Manet [che avevamo visto insieme]? Penso che dovresti lavorare con lei. Ed è questo ciò che ho fatto”.

Coreografa, attrice performer e ballerina, Vera Mantero ha studiato danza classica con Anna Mascolo e lavorato a Lisbona nel Balletto Gulbenkian dal 1984 al 1989.
Ha studiato a New York e a Parigi le tecniche di danza contemporanea, della voce e del teatro.
Tra le sue collaborazioni ricordiamo in Francia quella con Catherine Diverrès.
Dal 1991 le sue coreografie, da lei create già dal 1987, fanno il giro del mondo.


Irina Pinelli

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